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Allenamento al Pan Gullich: i 5 errori da evitare

Quante volte è capitato di allenarsi al famosissimo Pan Gullich? Quanto volte abbiamo sottovalutato un movimento, una tacca, che ci ha provocato poi infortuni o dolore? In questo video il Dottor Kelios Bonetti ci illustra i cinque errori più comuni che noi tutti commettiamo sul campus board...e non solo!

Allenamento al Pan Gullich: i 5 errori da evitare per prevenire i più comuni infortuni. In questo video il dottor Kelios Bonetti, medico chirurgo specialista in ortopedia, traumatologia ed esperto in patologia arrampicatoria, illustra quali sono i 5 errori che si commettono più frequentemente nell’allenamento al campus board.

Oggi parleremo del Pan Gullich, anche detto “campus board”. Diremo cose per molti inaspettate che derivano dall’osservazione delle patologie sofferte dai pazienti. Cosa fare e cosa non fare.

Quali sono gli errori più importanti? Essi sono essenzialmente cinque.

  1. NON PARTIRE SUFFICIENTEMENTE CALDI. Il riscaldamento è fondamentale per tutti gli esercizi e soprattutto per il Pan Gullich. Le nostre articolazioni, infatti, sono sottoposte in questo caso a degli sforzi massimali. E’ quindi molto facile infortunarsi. Il Pan Gullich è da fare solo quando si è ben caldi.
  2. IL MANCATO UTILIZZO DEI PIEDI. Questo è dovuto principalmente a due motivi: il primo è che si pensa sia meno “allenante”; il secondo è che – nostro malgrado – molti campus board presenti nelle palestre non prevedono l’appoggio. Vale la pena ricordare che l’utilizzo dei piedi ci da l’occasione di allenare anche – e soprattutto – la nostra coordinazione. Questo è un punto fondamentale in quanto il Pan Gullich – lo ricordiamo – è basilare per imparare bene a lanciare (sulla roccia, infatti, usiamo i piedi a tal fine). Relativamente agli infortuni, una zona corporea dove avvengono molte patologie derivanti dal Pan Gullich è il gomito. Questo perché abbiamo la tendenza a stare molto con i gomiti stesi. Quando andiamo a utilizzare la campus board, è meglio non partire direttamente col gomito steso, ma con un’angolazione di 10 -15 gradi.allenamento-al-pan-gullich-gomiti
  3. LANCIARE PER PRENDERE LA TACCA PIU’ LONTANA. Questo è sicuramente più eccitante e sfidante, ma se noi arriviamo col gomito completamente esteso al punto più distante, rischiamo di avere un problema di sovraccarico. Teniamo quindi il gomito con la giusta angolazione, guadagnando anche in pliometria. L’importante è poi arrivare con la spalla “in controllo”, al fine di evitare problemi di conflitto con dolori alla cuffia, al capolungo del bicipite, etc.allenamento-al-pan-gullich
  4. LE DITA IN SOVRACCARICO. Molto spesso le utilizziamo in maniera non corretta. Perché molti di noi hanno problemi alle pulegge e alle capsule dorsali? Perché quando si va a lanciare abbiamo la tendenza ad arcuare. Questo comporta un sovraccarico delle strutture. Al contrario, se si partisse a dita semi arcuate, questo problema non si avrebbe. Inoltre, molto spesso abbiamo il vizio di arrivare a dita arcuate. E’ sicuramente vero che in questo caso abbiamo più possibilità di tenere le tacche, ma dobbiamo ricordare che la roccia non ha una superficie regolare come quella di una tacca, e che quindi è molto più facile avere traumi. Se ci abituiamo già in palestra ad arrivare a dita stese è meglio, perché andiamo a caricare molto meno le pulegge, rispetto ad arrivare con le dita arcuate o semi-arcuate. Uno dei motivi per cui il Pan Gullich risulta cosi traumatico, è che non risulta adeguato all’utente che lo utilizza, in quanto la tacca e l’inclinazione devono essere correlate alle capacità del climber che lo sperimenta. A secondo di chi lo usa, infatti, ci vogliono tacche differenti, anche rispetto alla propria fisionomia. In base alla dimensione della mia mano, ad esempio, andrò a scegliere le tacche a me più congeniali.allenamento-al-pan-gullich-mano
  5. IL MASSIMALE NON ALLENA ANCHE LE STRUTTURE TENDINEE. Sfatiamo un mito, quello del rinforzo “causato” dall’allenamento. I workout massimali vanno sì a potenziale il muscolo, ma questo non riguarda le strutture legamentose, tendinee e capsulari. Tali strutture – infatti – non vengono rinforzate dalle pratiche massimali, bensì dal volume di allenamento effettuato tramite uno sforzo (intermedio o maggiore, ma non massimale). Questo rinforza le nostre strutture tendinee. Fare esercizi al massimo ci porta solo ad aumentare il rischio di infortuni.

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