Tempo di lettura:

Valdastico – Diedro Stefani – Toldo

Una via davvero interessante e divertente, su una roccia ottima e in un ambiente un pò più isolato rispetto alle altre vie presenti in Valdastico. Sia l'avvicinamento che la discesa sono piuttosto evidenti, anche se, soprattutto in discesa, bisogna prestare parecchia attenzione in alcuni punti. Tutta la via è abbondantemente chiodata. Tutte le soste sono a chiodi, tranne quella del quarto tiro che è da attrezzare su albero. Si consiglia l'uso di mezze corde. Potrebbe risultare utile qualche friend medio per integrare ulteriormente alcuni passaggi, sopratutto al terzo tiro.

Diedro Stefani – Toldo

Bastionata Obergrubele, Valdastico

M. Stefani – M. Toldo 2017

Via veramente interessante e divertente, su ottima roccia e in un ambiente un pò più isolato rispetto alle altre vie presenti in Valdastico. Sia l’avvicinamento che la discesa sono piuttosto evidenti, anche se, soprattutto in discesa, bisogna prestare parecchia attenzione in alcuni punti.

Tutta la via è abbondantemente chiodata. Tutte le soste sono a chiodi, tranne quella del quarto tiro che è da attrezzare su albero.

Sviluppo: 175 m

Difficoltà: V+/VI- (passo)

Roccia: molto buona/ottima

Esposizione: Ovest

Chiodatura: chiodi da roccia

Materiale: portare 12-13 rinvii e qualche cordino. Si consiglia l’uso di mezze corde. Potrebbe risultare utile qualche friend medio per integrare ulteriormente alcuni passaggi, sopratutto al terzo tiro.

Avvicinamento:

Dalla località San Pietro Valdastico, imboccare la strada che porta a Castelletto/Rotzo. Percorsi circa 8 tornanti, sulla sinistra si incontra l’edificio dell’acquedotto dove è consigliabile lasciare la macchina.
Quindi, si percorre poi qualche metro a piedi lungo la strada asfaltata e subito, sempre sulla sinistra, si stacca una forestale sterrata che sale nel bosco. Successivamente, dopo circa 400 metri, sulla destra, bisogna prestare attenzione ad un ometto che indica la traccia che bisogna seguire e che ci condurrà alla base della parete in circa 20 min. Giunti alla base, per facile un canalino attrezzato con corda fissa, si risale lo zoccolo al termine del quale, attraversando una breve cengia sulla sinistra, si arriva al primo tiro della via. Sosta su tre chiodi.

Salita

L1: salire dritti su tacche per qualche metro (V+) per poi traversare decisamente a dx su rocce rotte. Continuare sulla verticale, con bella arrampicata, tendenzialmente in placca (V) fino ad un diedrino, al termine del quale è posta la comoda sosta. (parecchi chiodi di passaggio). 40 m.

L2: innalzarsi leggermente a dx della sosta (la logica porterebbe subito sul diedro giallo di sinistra, ma non conviene) e su dritti per qualche metro per placca appoggiata (IV+). Riportarsi, quindi, nel diedro di sinistra e seguirlo sino al suo termine dove si sosta in cima a un pinnacolo. (chiodi). 30 m.

L3: tiro più elegante. Innalzarsi dritti su placca nera sino a prendere il bel diedro in obliquo verso destra (V+). Continuare sempre nel diedro (molte possibilità di protezione) sino all’altezza di una clessidra con cordone dove si traversa decisamente verso dx in placca. Ribaltamento su cengia dove è posta la sosta (chiodi di passaggio) 35 m.

L4: si tiene ancora la destra, prima per rocce articolate poi su un piccolo diedro (V-) sino a giungere a un albero dove si attrezza la sosta (qualche chiodo) 20 m.

L5: qui la morfologia della roccia cambia completamente, presentando una parete verticale a blocchi molto divertente da arrampicare. Dalla sosta proseguire dritti sino al primo chiodo ben visibile (V+). Successivamente la via, tendendo sempre verso dx, per strapiombi e ribaltamenti (passi di V+) conduce alla sosta in nicchia dove è presente anche il libro di via (chiodi). 30 m.

L6: dalla nicchia, spostarsi a gattoni verso dx sulla cengia. Appena in prossimità dello spigolo, alzarsi sulla verticale per facili rocce. Puntato il diedrino di uscita, l’unico ostacolo è rappresentato da un passaggio “di blocco” su ottime prese (VI-) ben protetto da un chiodo. Una volta giunti nel bosco sommitale, attrezzare la sosta su un albero (4 chiodi). 20 m.

Discesa

Come accennato prima, da prestare attenzione, sopratutto in caso di terreno bagnato. Una volta nel bosco, incrociare una traccia e seguirla verso destra sino a quando non si giunge ad un canalino. Qui attrezzare una doppia sul faggio e calarsi per circa 25 m. Successivamente, continuare a seguire la traccia verso il basso, con qualche passaggio di II grado sino ad una grossa cengia. Da qui, non seguire la cengia ma continuare sempre verso il basso per ripida traccia. Si giunge, così, al canalino dello zoccolo dove, volendo, si può allestire una doppia su maglia rapida. 30 min circa dall’uscita della via.

Per confrontare gli altri articoli: vie di arrampicata / falesie

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continua a navigare