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Focus – La guida di Federico Di Cosmo: Pianezza bouldering

Nel primo video caricato su BeeClimber, abbiamo voluto dare spazio alla scoperta di una nuova area di boulderismo in Abruzzo, nell'area di Pianezza, un territorio ancora poco conosciuto in prossimità degli abitati di Opi e Villetta Barrea. Federico Di Cosmo, autore di questa scoperta, ci parla delle ragioni e della passione che l'hanno condotto a redigere la sua interessante guida.

Nel primo video caricato su BeeClimber, abbiamo voluto dare spazio alla scoperta di una nuova area di boulderismo in Abruzzo, nell’area di Pianezza, un territorio ancora poco conosciuto in prossimità degli abitati di Opi e Villetta Barrea.

Federico Di Cosmo, autore di questa scoperta, ci parla delle ragioni e della passione che l’hanno condotto a redigere la sua interessante guida.

BC: Ciao Federico, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Il primo video caricato su questo sito è relativo ad alcuni blocchi dell’area boulder di Pianezza, nel parco Nazionale d’Abruzzo. Un posto da te scoperto che ora vuoi ulteriormente valorizzare con la guida. Prima di parlare di questo, però, due righe su di te.

Federico: Beh grazie a voi per l’ospitalità sul vostro sito e per l’interesse dimostrato verso il mio progetto! Inizierei dicendo che sono abruzzese montanaro trapiantato a Roma da diversi anni, architetto paesaggista di professione e grafico per diletto. Attualmente la mia occupazione principale è quella di ricercatore presso il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza.
Praticamente da sempre sono legato alla montagna e a molte delle sue declinazioni. Oltre all’arrampicata pratico saltuariamente trail running (con pessimi risultati!) e sci alpinismo. Sport a parte sono un grande appassionato di Space Opera e astrofisica.

BC: Quando hai scoperto Pianezza e le sue potenzialità come area boulder?

Federico: Circa sette anni fa e da quel momento è diventata quasi la mia seconda casa! Prima di allora, con altri 4 amici, scalavamo nella vicina area boulder di Pietre Piane ma avevamo già tentato qualche incursione al Sasso Forcone (il primo sasso di Pianezza), quello più vicino, che si vede dalla strada. Quasi subito però, chi si è allontanato per un motivo e chi per un altro, mi sono ritrovato a fare boulder in solitaria. Finito il potenziale a Pietre Piane e al Sasso Forcone mi sono chiesto se ci fosse qualcos’altro di scalabile in zona, magari con una roccia e dei passaggi migliori. Così ho iniziato a scandagliare i dintorni con Google Earth incuriosito da un monolite che intravedevo spesso in lontananza. Tant’è che un bel giorno, durante un’uscita di trail running, ho provato a dare un’occhiata per vedere cosa si nascondesse…

BC: Hai cercato di coinvolgere qualche amico, o hai fatto tutto con le tue forze? Possibile nessuno del paese abbia pensato fossi un pazzo ad andare li da solo, con cesoie, seghe e materassi boulder?

Federico: Contrariamente a quanto si possa pensare, nelle nostre montagne l’arrampicata non è uno sport che ha molto successo, anzi, a dire il vero non viene quasi preso in considerazione. Figuriamoci il sassismo! Partendo da questo presupposto è facile immaginare come fossi l’unico, almeno al momento della scoperta, a provare un interesse per quei massi di calcare. Da subito ho iniziato a pulire le linee più logiche ed evidenti, poi con l’aiuto intermittente di qualche amico sono passato al resto. Di volta in volta ho aumentato la fruibilità, costruendo o ridefinendo pezzi di percorso, tagliando selettivamente la vegetazione, aggiustando gli atterraggi, realizzando la segnaletica in pietra, disgaggiando le parti instabili e così via. Mi sono aiutato con un piccolo stratagemma: ad ogni sessione di arrampicata ho sostituito al riscaldamento almeno una mezz’ora di pulizia e lavori vari. Moltiplicato per diversi anni di frequentazione devo dire che ha dato buoni frutti!

Fortunatamente nessuno mi ha mai preso per pazzo (almeno fino ad ora che ho scritto questa cosa)!

BC: Pulire e sistemare una falesia o un’area boulder, anche risistemando i sentieri d’accesso, a nostro avviso può essere considerata quasi un’attività di valorizzazione del territorio. Da climber e da architetto, pensi che un’opera come quella che tu hai fatto possa portare qualche beneficio alla comunità locale in termini di turismo, anche solo minimamente? Ritieni che le comunità locali, anche sulla scia di esempi famosi, debbano investire o comunque incentivare queste iniziative?

 

Federico:  Si, sono convinto che l’implementazione di un sito di arrampicata possa essere una buona opera di valorizzazione per un territorio che investe sull’attrattività turistica o sulla promozione di un’immagine legata alle attività outdoor. Naturalmente ogni cosa che funzioni ha bisogno del giusto equilibrio e soprattutto necessita di essere misurata con sapienza rispetto alle dinamiche locali. Se da una parte potrebbe essere vantaggioso un investimento degli enti locali dall’altra c’è il rischio di cadere in situazioni troppo forzate (come il boulder park della Val Daone), o valorizzazioni semplificanti mirate solo alla spendibilità immediata della capacità attrattiva più che ad uno sviluppo selettivo e ragionato portato avanti con i tempi giusti. Tra l’altro, molto spesso, il tentativo di coinvolgere le amministrazioni locali porta con sé un carico di burocrazia enorme e una diminuzione della libertà di intervento dovuta al fastidiosissimo sistema vincolistico della legislazione italiana (provare per credere!).

Rispetto al caso di Pianezza non credo che la guida porterà un movimento turistico consistente sul quale poter investire delle risorse, piuttosto va a completare l’offerta delle attività outdoor già presenti. Vista la scarsità di siti di arrampicata e di informazioni a riguardo, credo che Pianezza da ora in avanti possa diventare comunque un punto di riferimento di qualità per l’arrampicata nel Parco Nazionale D’Abruzzo, e una piccola isola (in mezzo a tante falesie) dove poter praticare boulder nel centro Italia.

l'area boulder di pianezza immersa nel verde di querce e faggi
La copertina della guida di Federico Di Cosmo

BC: Parliamo della guida. Se non andiamo errati, è completamente autoprodotta, nel senso che non ti sei appoggiato a nessuna casa editrice. Corretto? Quanto tempo ci hai messo per scriverla e per curare la parte grafica?

Federico: Avete ragione, è totalmente autoprodotta. È una cosa fatta in casa, piena d’amore e di un intimo rapporto manuale, come le tagliatelle al brodo di mia nonna. La parte grafica è stata una delle cose più divertenti dal momento in cui ho potuto fare tutto in piena libertà, secondo il mio gusto e la mia idea di bellezza e condivisione. L’estetica poi è sempre stato un mio pallino e il lavoro che faccio ci ha messo sicuramente il carico da novanta. È una cosa che ho iniziato subito, dalla libera del primo passaggio. Ogni volta che tornavo a casa iniziavo ad aggiungere un pezzo alla guida. Per fare questo ho dedicato molti ritagli del mio tempo libero a selezionare foto, scrivere descrizioni, creare template, scegliere colori, i caratteri giusti, dimensioni, proporzioni etc. Alla fine mi sono ritrovato con una bella (spero piaccia anche a voi!) guida tra le mani.

 

BC: BeeClimber appare come sponsor, anche se il nostro contributo è realmente minimo. Ci sono delle aziende che ruotano e sono protagonista del mercato dell’arrampicata. Indirettamente, a nostro avviso, anche loro beneficiano di queste iniziative. Parlando di sponsor seri, quindi, hai trovato difficoltà nel farti supportare l’iniziativa?

In realtà non si tratta di veri e propri sponsor perché non c’è stato nessun supporto di tipo economico, direi piuttosto un appoggio all’immagine generale del progetto. Poi ognuno ha contribuito in maniera spontanea e totalmente libera: mettendo a disposizione il proprio logo, dando un aiuto alla promozione (come state facendo voi ad esempio!), mandandomi un pacco di prodotti omaggio (grazie Mauro!), lasciandomi un posto dove lasciare in vetrina la guida, facendo un post su Facebook e così via.  Devo dire che a prescindere dallo spessore mediatico o di mercato, tutti i supporters si sono rivelati estremamente umani e fiduciosi nel progetto. Naturalmente la tiratura della guida e soprattutto il target di utenza è molto limitato, sinceramente credo che per loro il beneficio sia quasi trascurabile!

BC: C’è qualcuno che vuoi ringraziare in particolare?

Certo! Prima di tutto Videl che mi ha sempre accompagnato con tutto l’entusiasmo che solo un amico a quattro zampe sa mostrare! Poi Jacopo che sistematicamente mi ha smontato le methode alle quali ero più affezionato. Davide che dalla Sicilia ha trovato una seconda casa nei blocchi di Pianezza. Riccardo che anche se non mi conosceva ha zappato insieme a me l’atterraggio più faticoso di tutta l’area. Mauro che nonostante i suoi mille impegni con E9 ha trovato un po’ di tempo per apprezzare e supportare l’iniziativa. Sadomasoclimb con i quali ho condiviso la mia prima linea trad. Livellozero.net che mi ha dato lo spazio necessario per la promozione della guida. Fabien Bruggmann per la splendida foto di copertina. Marika che dal di fuori dell’arrampicata ha subìto tutto il mio entusiasmo per ogni nuova linea.
Tiziano, Muscolo e Gianluca che hanno condiviso con me l’interesse per alcuni dei passaggi più belli. Voi che mi avete concesso quest’intervista, e tutti gli altri che non ho menzionato singolarmente:

 

 

 

 

 

Rock it climbing Rome

Hotel Valle del Lupo

È possibile acquistare la guida mandando un messaggio (anche WhatsApp) al num. 333 1239119. Il costo è di 10€ spedizione compresa in tutta Italia. Oppure tramite mail (federicodicosmo@gmail.com) o Facebook.

Pietrepianebouldering

Anteprima sfogliabile della guida

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